NB
Alcuni degli articoli sopra riportati sono stati trovati su Internet.
Se i loro autori non gradiscono la presenza dei loro articoli in questo
sito sono pregati di comunicarlo a info@davidemarengo.it e saranno tolti.
Grazie comunque per l'attenzione.
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62°
Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia 2005
Evento di chiusura alle Giornate degli autori “Venice
Days 2005”
Venezia
2005: premio CSC "Lino Miccichè" Miglior
opera prima
1°
PREMIO al 13° Festival del documentario LIBERO
BIZZARRI 2006
Candidato ai Nastri d'Argento 2006 Miglior
documentario uscito in sala |
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di Giorgio Gosetti
(05/09)
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Coniugare tre codici espressivi tanto diversi tra loro come il documentario, la fiaba, il concerto mi sembra essere la scommessa di questo “film sullo spettacolo della vita” che nasce da uno spettacolo di successo e diviene cosa altra per la presenza- avvertita, cercata – della macchina da presa. E’ ormai tradizione della selezione concludere con un omaggio al linguaggio universale per eccellenza, la musica, e farlo con attenzione alle radici culturali che sono la nostra bandiera. Craj è tutto questo, e anche l’incontro con quattro uomini straordinari.

William Dafoe e Uccio Aloisi alla Villa degli Autori.

Maccarone e Piccininno si recano alla proiezione del
Lido.
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The challenge of this film seems to be that of uniting three extremely diverse forms of expression (documentary, fairytale, and music concert). The film was adapted from a successful show, yet because of the presence of the film camera (a presence that is sensed and sought), it becomes something else. By now it has become a tradition to conclude Venice Days - Giornate degli Autori with an homage to the universal language, music, and to do so while focussing on cultural roots, which have become our banner. Craj is all of this, and an encounter with four extraordinary men. |
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di
Roberto Silvestri
(07/10/05) |
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I vangeli apocrifi di Matteo Salvatore e di altri dionisiaci
IL
MANIFESTO. A pochi giorni dalla morte di Matteo Salvatore, cantautore
foggiano "estremamente strano" che fu un adorato divo della
televisione negli anni cinquanta e sessanta, il cinema indipendente
italiano è riuscito a rendergli omaggio non "fuori tempo
massimo". Con un'opera stravagante e impertinente che non si riesce
a collocare tra i generi consueti: nè documentario localista,
nè reportage etnomusicologico, nè musical, nè trascrizione
di un'operazione scenica. Invitato a Venezia dalle Giornate degli Autori, 'Craj' (Domani), è un'opera prima diretta da Davide Marengo, che
si fa «pellegrino eretico di Puglia». Occhio illuminista
e orecchio documentaristico che, fiancheggiando due cantanti performer
come Teresa De Sio e Giovanni Lindo Ferretti nel loro omonimo tour di ecologia acustica in sud-est, in duetto scenico
(e in costume) al termine della notte musicale, viaggia da Foggia al
Salento, dalla radiante tarantella spagnola alla più bacchica
taranta grecanica, e lascia a poco a poco le sue lenti di sicurezza
iniziando a vedere e ascoltare con un «cuore a contatto».
(...)

Teresa De
Sio, Davide Marengo e Giovanni Lindo Ferretti
alla Villa degli Autori del Lido.
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di
Laura Putti
(03/09/05) |
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ALLA
RICERCA DELLA PIZZICA TARANTATA
“Craj”, opera prima di Davide
Marengo
tratto da uno spettacolo di Teresa De Sio e Giovanni Lindo Ferretti
LA
REPUBBLICA. (...)
“Craj”, straordinario intreccio di intenti
ed umanità, mistura complicata a realizzare, facilissima da vedere;
un film che inghiotte lo spettatore e lo precipita in una realtà
italiana, locale e universale. Siamo in Puglia, dal nord al sud, dal
Gargano al Salento, passando per il Tavoliere. Nel viaggio alla ricerca
del ragno, quindi della taranta, quindi della “pizzica”
e dei suoi cantori, ci guidano un principe e il suo servo: Floridippo
sul suo cavallo bianco, affiancato da Bimbascione, che segue a piedi
come qualunque sanchopanza. “Craj” vuol
dire “domani” ed è il titolo del film-opera prima
che Davide Marengo ha
girato sull’omonimo spettacolo ideato, scritto e interpretato
da Teresa De Sio con Giovanni Lindo Ferretti.
(...)
La genesi del progetto è del tutto casuale: un giovane regista
va a vedere il concerto-spettacolo di due famosi musicisti e ne resta
incantato.
“Sono cresciuto con la musica popolare” dice Davide
Marengo, “ed ho capito che Craj,
con il suo viaggio alla ricerca del ragno apparso in sogno al principe,
aveva molte altre letture”. La conservazione, per esempio. La
riscoperta della musica delle Puglie e le rivisitazioni della “pizzica”
ad opera di giovani band devono molto ai vecchi cantori, tra i quali
lo straordinario Matteo Salvatore, scomparso pochi
giorni fa.
Nei panni di Bimbascione, Teresa De Sio è una
sorpresa. E una perfetta maschera della commedia dell’arte e ha
la stoffa dell’attore “vero”. (...)

Davide Marengo
e Teresa De Sio
alla presentazione del film a Roma.
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di JAY WEISSBERG
(25/09/05) |
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VARIETY. Poco sopra
il tacco dell’Italia c’è uno sperone di terra chiamato
Gargano, dove i custodi della canzone popolare rappresentati nel documentario-fiaba
“ Craj- Domani”, trasmettono la loro travolgente
musica folk alle nuove generazioni, rapite da questi ritmi popolari.
Con un misto di narrazione, concerto e documentario, il regista debuttante Davide Marengo crea una
gioiosa odissea attraverso la provincia meridionale della Puglia, rendendo
omaggio a questi musicisti.
Abile combinazione di DV, super-8 e 16 mm, l’allegro e contagioso
film di Marengo sarà perfettamente adatto ai festival etnografici
e musicali.
(...) La maggior parte del film è tratta dall’esuberante
“concerto-danzante”, ed è inframmezzata dai racconti
degli anziani sulla fatica e gli stenti nel povero sud, dove cantare
e ballare la tarantella era l’unica fonte di divertimento. Il
viaggio guidato può risultare un po’ ricercato, ma la musica
è straordinaria e la resa tecnica, specialmente per il suono,
è di ottimo livello. (Trad. P. Casetta)
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Just
above the heel of Italy is a spur of land called the Gargano, where
the guardians of popular song featured in docu-fantasy "Craj
- Tomorrow" pass on their buoyant folk music to new generations
caught up in the earthy rhythms. Via a mixture of fiction, concert footage
and docu, debuting helmer Davide Marengo crafts an
exuberant odyssey across the southern province of Puglia that pays tribute
to these performers. A skillful combination of DV, super-8 and 16mm, Marengo's infectiously joyful pic will fit perfectly
into ethnographic and music-in-film fests.
Weaving together the musical traditions are fictional guides Prince
Floridippio (Giovanni Lindo Ferretti) and his loquacious
servant Bimbascione (Teresa De Sio), who travel to
different towns where they encounter spry older men belting out their
songs in dialect ("craj" means "tomorrow" in Pugliese).
Much of the pic is taken from boisterous, dance-along concert footage,
interspersed with the men's tales of hardship in the poor south, where
singing and dancing the tarantella were the sole sources of recreation.
Guided journey can be a bit precious, but music is terrific, and tech
credits, especially sound, are first-rate. |
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n° 611
di
Gerhard Mumelter ("Der Standard" Austria)
(7/10/05) |
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“Craj"GIUDIZIO *** (Ottimo)
INTERNAZIONALE. E così
la smania collettiva per la pizzica approda al cinema. Artefice di questa
(rischiosa) impresa è il giovane regista napoletano Davide
Marengo che - ispirandosi al teatro musicale Craj di De Sio e Ferretti - cerca di fondere tre filoni molto diversi tra
loro. Uno fiabesco-mitologico, che racconta il viaggio dal Salento del
principe Floridippo (il tetro Giovanni Lindo Ferretti),
accompagnato dal servo Bimbascione (l'ironica Teresa De Sio)
e dal cavallo Toledo. Questa è la parte meno
convincente del film. Sorprendente e autentico invece è l'incontro
con quattro personaggi eccezionali della musica popolare pugliese: Uccio
Aloisi, Matteo Salvatore, Antonio
Piccininno e Antonio Maccarone. Ed è
qui che nasce il Buena Vista Social Club del Salento - anche
grazie all'ottima fotografia - testimone di antiche tradizioni popolari.
I ritratti sono intercalati dalle scene riprese durante la festa della
taranta, terzo filone del film, che riesce a cogliere belle immagini
dal vivo. E nella travolgente risposta del pubblico, il settantacinquenne Uccio Aloisi di Cutrufiano diventa un autentico Compay
Segundo leccese.

Paola Papa,
cosceneggiatrice, e Uccio Aloisi e Mino
alla proiezione di Craj in Sala Perla.
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di
Roberto Silvestri
(11/09/05) |
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Marengo, pellegrino eretico di Puglia
«Craj» con le sue notti musicali tra tarante e orge
bacchiche
IL
MANIFESTO. Chiude in
bellezza le Giornate degli Autori 'Craj' (Domani),
diretto da Davide Marengo, che si fa «pellegrino
eretico di Puglia». (...) trasforma in commedia dell'arte il genere
«Buena Vista Social Club», diventando parte di una «Armata
Brancaleone» che ha solo iniziato la sua anti-crociata, formata
dai cantori di Carpino, dal monello Matteo
Salvatore, dal violinista trans H.E.R., dai
tamburelli erotici di Cutrufiano, da Uccio Aloisi e
da Enzo Del Re. Film così danno cibo al mondo
che non mangia, danzano in omaggio di chi ha fame, e andrebbero messi
in concorso, perché sono impropri, apocrifi, misteriosi. Non
si avessero le mani legate... (…) |
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di Roberta Bottari
(30/09/05) |
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“On the road” musicale che sa di vita
IL
MESSAGGERO. (…) Craj (domani), di Davide Marengo,
nasce dall’omonima opera teatral-musicale, ideata e diretta da Teresa De Sio e scritta con Giovanni Lindo
Ferretti, della quale ricalca la struttura. Un Buona Vista
Social Club italiano verso Sud, dove ogni tappa si trasforma in
una scoperta. Dove l’effimero diventa in grado di conservare,
fissandosi per sempre sulla pellicola. Sono ormai molti i concerti che
si trasformano in film: alcuni restano semplici documentari, altri sono
invece capaci di utilizzare il linguaggio universale della muscia per
raccontare un pezzo di vita. Come questo.
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di
Gilda Camero
(09/09/05) |
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Un viaggio al ritmo della pizzica
BARI
SERA. Buena
vista social club in versione pugliese. Una visione emozionante, capace
di trasmettere una straordinaria energia, un viaggio scandito dal ritmo
della pizzica, tra canti d'amore, serenate, melodie nate seguendo il
ciclo del lavoro nei campi. (...) Un film che davvero regala pura emozione,
che ci permette di vivere una straordinaria avventura, un percorso alla
ricerca delle tradizioni e della cultura di un luogo magico, dagli incantati
tramonti, dalla terra scura su cui si ergono come giganti solitari gli
ulivi. (...) Un film fatto con il cuore, con un Giovanni Lindo in stato di grazia, una De Sio travolgente, accompagnati
da un gruppo di ottimi musicisti (...)
Davide Marengo, seguendo proprio il filo dell'emozione,
ci porta per mano in questa grande festa di Craj per
schiudere un mondo che molti non conoscono, custodito per anni nei piccoli
paesi, dal Gargano al Salento e ora diventato un patrimonio sonoro e
culturale da cui non si può prescindere. (...) Craj,
che ieri alla prima proiezione per la stampa ha ricevuto un'ovazione,
con il pubblico in piedi visibilmente emozionato (...).

Teresa
De Sio e Lindo Ferretti alla proiezione del Lido.
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di
Bénédicte Prot
(09/09/2005) |
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Il
futuro è nel passato
CINEUROPA. La bellezza
del documentario di Davide Marengo va oltre il suo
contenuto. Evitando completamente uno dei trabocchetti abituali per
ogni regista intenzionato a presentare storie vere, il suo interesse
non è totalmente assorbito dall’interesse del soggetto. Craj ('domani' nel dialetto locale) è stato
concepito come un vero capolavoro sperimentale, usando diversi tipi
di arte visiva e unendoli in un singolo tributo picaresco alle tradizioni.
(...) Craj non è un patchwork ma un tributo
polifonico alla tradizione orale, presentata come qualcosa di potente
che continuerà a vivere…...."domani". |
Craj- Domani: A picaresque winner
Craj-Domani
by Davide Marengo, a musical journey through the Italian region of Puglia
produced and distributed by Pablo (read the article) in co-production
with C.O.R.E. and Komart and presented at the Venice-Days, has just
won the Lino Micciché award from the CSC as Best First Feature.
The
beauty of Davide Marengo's documentary goes beyond
its content. It completely avoid the usual pitfall for any director
whose intention is to present true stories, that is, its interest is
not totally absorbed by the interest of the subject. Craj ('tomorrow'
in local dialect) was conceived as a real experimental work of art,
using several kind of visual arts and uniting them in a single picaresque
tribute to traditions.
Indeed, the films uses interviews (the originality of which is that
they are filmed in a tenderly subjective way, the camera zooming on
small endearing details, as Jonathan Nossiter's did recently in Mondovino),
images of the concerts and of the fiction initially presented as a live
show by Teresa De Sio. The fiction itself, which relates
to Don Quixote (hence to the picaresque genre, which was the dawn of
the novel), alternates between scenes in which the two travellers are
seen together, and scenes in which only one of them speak. Bimbascione
(the pretty Sancho Panza) addresses directly the spectator, as the chorus
would do in Greek tragedy, while her master is an addressee-less narrator,
speaking in an inspired manner similar to Peter Greenaway's Prospero.
Yet, however composite it is, Craj is not a patchwork
but a vibrant polyphonic tribute to the oral tradition, presented as
something powerful which, far from being cancelled by written literature,
can be reconciled with it and will keep on living...'tomorrow'. |
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di
Bénédicte Prot
(20/09/2005) |
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Davide Marengo, regista, e Paola Papa, sceneggiatrice.
Un debutto picaresco
Craj, viaggio musicale sotto forma di documentario attraverso la Puglia, scritto da Davide Marengo, ha appena ricevuto il premio Lino Micciché del CSC come miglior opera prima, dopo la presentazione ai Venice Days. La bellezza di questo omaggio alle tradizioni supera quella del contenuto; la forma stessa di questo documentario picaresco sperimentale che riunisce diversi materiali e molteplici arti visive, costituisce il più bel tributo alla tradizione orale (cfr news del 12/9).
Cineuropa ha incontrato il regista e la co-sceneggiatrice Paola Papa a Venezia.
(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Perché avete scelto di mettere in scena questo viaggio musicale attraverso la regione della Puglia?
Davide: Ho pensato chiaramente a Don Quixote, ma le mie influenze sono puramente emotive. Sono un napoletano che si è innamorato della Puglia. L’idea di realizzare un film è arrivata molto spontaneamente un anno fa; dovevamo comunque sbrigarci, perché i concerti erano già in calendario. Abbiamo iniziato adattando lo spettacolo dal vivo di Teresa De Sio e filmando l’estate scorsa.
Vi siete divisi il lavoro o avete fatto tutto insieme?
Davide and Paola (in una sola voce): Tutto insieme!
Paola: Abbiamo scritto davvero tutto insieme, sedendoci attorno ad un tavolo, in costume da bagno, in una casa in Basilicata (in provincia di Potenza).
Quello che colpisce, qui, è il fatto che anche i giovani si sentono legati a questa tradizione musicale —ci sono tantissimi giovani che ballano durante il concerto.
Davide: Questo fatto è tipico. Ovunque vai in Puglia, bambini e ragazzi amano la musica tradizionale. Ed è così comunicativa che tutto il pubblico italiano l’ha adorata nel corso del tour (il concerto che abbiamo filmato si è svolto in Abruzzo). Questa tradizione è bella perché unisce davvero tutte le generazioni. Questo, il personaggio di Froridippo lo esprime in modo lirico: esce dall’oscurità e va verso la luce della tradizione.
Paola: naturalmente, all’interno della tradizione, ci sono delle differenze. A Carpino, le parole sono gioiose ed edonistiche; parlano di amore, bere, sono più grevi. A Foggia, parlano solo di povertà. E così anche a Cutrufiano, sono realisti ma più romantici.
Il prossimo progetto?
Paola: Un documentario su un ballerino colombiano che insegna ai bambini delle favelas.
Davide: Un thriller (ho ottenuto i finanziamenti dal Ministero), ma mi piacerebbe anche essere coinvolto nel progetto di Paola. |
Davide Marengo, director, and Paola Papa, scriptwriter
Picaresque beginnings
Craj, a musical journey across the Italian region of Puglia initially presented on stage, then made into a documentary by Davide Marengo, has just received the Lino Micciché Prize from the CSC as Best First Feature after its presentation at the Venice Days. Indeed, the beauty of this tribute to traditions transcends that of its subject; the very form of this both experimental and picaresque fusion of different materials, that is, different visual arts, is the most vibrant way to perpetuate oral tradition (cf. news 12 Sept.).
Cineuropa met the young director and his co-scriptwriter Paola Papa in Venice, at the Authors' Villa.
Why did you choose to stage this musical journey through the Region of Puglia?
Davide: I clearly thought of Don Quixote but my influences were mostly emotional. I am a Napolitan who fell in love with Puglia. The idea to make a film came very spontaneously a year ago; we had to hurry anyway, for the concerts were already scheduled. We started adapting Teresa De Sio's live show and filming last Summer.
Did you divide up the work or did you do everything together?
Davide and Paola (in a single voice): All together!
Paola: We really wrote the whole thing together, sitting around the table in our bathing suits, in Teresa's house in Basilicata (province of Potenza).
What is really striking here is the fact that even young people really stick to this musical tradition. There are plenty of young people dancing during the concert.
Davide:This is typical of this province. Anywhere in Puglia, children and teenagers love traditional music. And it is so communicative that the public loved it everywhere during the Italian tour (the concert we filmed took place in Abbruzzo). This tradition is beautiful because it really unites all generations, which the character Froridippo expresses in a lyrical way, for he leaves the dark and goes towards the light of traditions.
Paola: Of course, within the tradition, there are some differences. In Carpino, the lyrics are cheerful and hedonistic; it is all about women, wine, etc. In Foggia, the songs deal with poverty. Same in Cutrufiano, in a more romantic way.
What's next?
Paola: A documentary about a Columbian dancer who teaches favella kids.
Davide: A thriller (I got funding from the Ministry), but I am also interested in Paola's project.
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di
Aldo Spinello
(11/09/05) |
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“Craj
– Domani” di Davide Marengo (Giornate degli autori)
SENTIERI
SELVAGGI. Il
film di Marengo è fondamentalmente un documentario,
un viaggio sulle tracce di quella musica antica e vitale che è
la taranta, una discesa nell’infuocato Salento, alla ricerca di
volti, suoni, ricordi, tradizioni (...) il film di Marengo ricostruisce l’immaginario viaggio in Puglia di messer Floridippo
e del suo servo Bimbascione, puro pretesto-cornice, in cui si inserisce
un vero e proprio documentario. Una discesa nell’infuocato Sud,
nel Salento, “terra du sole, du mare, e du vento”, alla
riscoperta di musiche antiche e vitali come la pizzica e la taranta.
Aldilà di ogni valutazione estetica, Craj- Domani piace perché è un film fatto di volti, suoni, racconti,
ricordi, un’emozionante ricerca delle radici di tradizioni popolari.
Non è un caso che il film si intitoli così (“craj”
in dialetto significa “domani”, dal latino cras), a sottolineare
un ponte tra passato e futuro, tra vecchi e giovani, tra antico e nuovo.
(...)
Piccininno
firma le nacchere di una ragazza dopo la proiezione. |
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di
Pierre Hombrebueno
(10/2005) |
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FILM
UP. In
un certo senso, l'operazione compiuta da Davide Marengo ha una pulsione che porta grande freschezza nell'attuale cinema italiano.
Una volta tanto, grazie al cielo, non abbiamo né famiglie spezzate,
né corna, né tradimenti, né ragazzini comunisti
in lotta al g8 (...) Automaticamente, però, e qua risiede il
fattore negativo (ma anche positivo, forse): entriamo senza scampo in
un livello elitario concesso a pochi, verso quei pochi sognatori che
nel Cinema italiano si aspettano ancora nuove contaminazioni ed immagini,
come un miracolo. Ed infatti, in fondo, Craj-Domani è un piccolo miracolo, in quanto riesce a portare su grande schermo
tutta la forza emotiva di una cultura vasta come quella pugliese, fatta
di tradizione, musica, feste, e balli.
(...) possiamo
dare questa paradossale chiave di lettura: Marengo raccoglie nella sua antologia tutta la mitologia folcloristica di una
radice culturale, li assimila, dilatando il tempo rendendolo al di fuori
di ogni cronometraggio (non è un caso nemmeno il montaggio che,
apparentemente dislocato e senza raccordi, è invece pura provocazione
di una temporalità onirica). Una piccola metamorfosi ovidiana,
appunto.
Solo che a trasformarsi, questa volta, è quel pubblico che al
Festival di Venezia applaudiva durante le musiche dei titoli di coda
del film: momento memorabile in questa mia breve esistenza. |
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di
Antonio Vavo
(01/2006) |
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(...)
Il ragno, la taranta, che quando morde brucia tanto da far saltellare
al ritmo irresistibile della musica Salentina. Anche se forse a guidarci
per questo cammino è il giovane Davide Marengo,
il regista di Craj - Domani, che saltando (è
il caso di dirlo) dal documentario alla finzione, dal teatro al concerto
ci travolge in un turbinio di suoni poveri, ricordi e poesia, creando
forse un nuovo genere cinematografico: il film popolare.
(...) il film è innanzitutto il documento di un mondo che presto
svanirà: quello dei contadini, della povera gente che nei momenti
di siesta dal lavoro (quando c'era) cantavano, ballavano, suonavano
per non sentire i morsi della fame. Ma oltre la celebrazione il film
ha dietro una regia che riesce a trasportarci tra il pubblico dello
spettacolo o intorno al fuoco con Bimbascione e i suonatori,
e per questo incanto bisogna ringraziare il bravo Marengo,
qui al suo primo lungometraggio dopo numerosi corti e video clip. Inutile
dire che vada tenuto d'occhio.
(...) Ed è qui che Craj trova un nuovo significato:
ferma lo scorrere del tempo, riuscendo a catturare tutto lo spirito
originario di questa vita, manifestando il desiderio, forse una speranza
che la musica popolare riesca almeno a trasmettere un insegnamento nel
Domani.
La fame è disusata, chi è vecchio caga vento, libri e
quaderni aiutano a vivere ma non sono la vita, lasciatevi mordere. La
luna gira il mondo e voi dormite. Se avete capito, avete capito; se
non avete capito non capirete mai.

I Cantori
e Her in Sala Perla prima della proiezione di Craj.
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di
Flaminia Festuccia
(10/2005) |
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"Craj"
tra passato e presente pensando al domani
Sperimentazione cinematografica e musica popolare
alla base del successo del film di Marengo.
35
MM. Musical,
documentario, favola: cos'è in realtà "Craj"?
Un po' di tutto, mescolato con originalità e coraggio. E qualunque
cosa sia, appassiona e convince la fiaba di Floridippo e Bimbascione,
in viaggio verso il Salento alla ricerca di uno strano ragno che se
ti punge balli e salti e non la smetti più. Tratto dall'omonimo
spettacolo musicale di Teresa De Sio e Giovanni
Lindo Ferretti, il film alterna parti di fiction dal sapore
teatrale a riprese dello spettacolo, intervallate da momenti documentaristici
che ci portano nella vita dei paesini del Sud d'Italia, a Carpino, a
Foggia, a Cutrufiano, dove incontriamo i Cantori e
poi anche Matteo Salvatore e Uccio Aloisi,
maestri della canzone e degli strumenti popolari della taranta, della
pizzica. Li vediamo, ultraottantenni energici, nelle loro case, in spezzoni
di vita quotidiana, in mezzo ai giovani del paese che dicono "è
una forza" e loro sperano che questa nuova generazione l'erediti,
l'amore per la terra, per la canzone popolare. E poi sul palco, con
un'energia incredibile, in un "Buena Vista Social Club"
tutto pugliese, che accompagnano il racconto di Teresa de Sio,
cantante ma anche attrice, narratore nelle vesti di Bimbascione. Mentre Giovanni Lindo Ferretti, montando a pelo il bianco Toledo che trotta come se ballasse la taranta, è
il tormentato Principe, che si consuma sui libri prima di scoprire il
valore catartico della musica. E il pubblico intorno si scatena, urla
e partecipa. |
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di Emiliano Corbianco
(08/10/05) |
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Craj.
Una pizzica d’onore per il cinema italiano
CINEMAVVENIRE. In un anno
in cui sia Rai Cinema che Medusa hanno mandato al maggior festival cinematografico
nazionale quasi solo film mediocri (forse per evitare le solite discussioni
al momento della premiazione) il piccolo Craj-Domani di Davide Marengo (presentato per l’appunto a
Venezia 2005 all’interno delle Giornate degli Autori) potrebbe
sembrare un gioiello.
Di fronte a un cinema italiano che non fa che riproporre con puntualità
gli stessi temi senza lasciar mai intravedere più che uno spiraglio
d’originalità, questo fantasioso viaggio alla scoperta
del Salento e della sua cultura ha permesso al popolo festivaliero di
riprendersi almeno un po’ da giorni e giorni di patrie delusioni.
(...) Di buono c’è che Craj riesce a emozionare
e stupire grazie alla spontaneità degli interpreti e alla sincerità
del regista. Sembra infatti di avvertire qui una necessità di
raccontare una storia che nessun altro film italiano coevo aveva lasciato
intravedere.
(...) il film è più paragonabile, pur con strutture narrative
profondamente differenti, a un Buena Vista Social Club piuttosto
che ai precedenti winspeariani. Il film di Marengo e quello di Wim Wenders sono infatti simili per la
tenerezza con cui guardano alle storie che raccontano, per la malcelata
partecipazione dei registi alle vicende dei protagonisti, per una incontenibile
voglia di mostrare a tutti qualcosa di bello e purtroppo fragile.
Cose che vanno scomparendo e che solo il cinema può trattenere. |
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di Davide Ticchi
(05/10/05) |
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PER UN DOMANI MIGLIORE
Cinema
che esprime tutta la sua necessità di essere, prima di elevarsi
ad espressione contenutistica di quelle che sono le più antiche
tradizioni italiane, e più in generale legate a quei popoli che
portano ancora in grembo vistosa energia culturale.
POSITIFCINEMA. (...) Dall’inizio
alla fine in realtà, s’avverte la sensazione d’essere
di fronte a qualcosa di relativo, microscopico e indemoniato, come un
formicolio che prende tutto il piede, fino a srotolarti il corpo con
movimenti ritmici e convulsi. (...)
Un po’ documentario, musical, e in parte possibile oggetto di
studi antropologico-culturali, Craj parla in tutte
le lingue del mondo di cultura e tradizione, usanze e ricordi, appartenenti
necessariamente al domani, attraverso l’arte cinematografica,
l’impressione in immagini del passato. Ecco che il mezzo filmico
trova soprattutto locazione nell’esclusiva trasmissione di “dati”
culturali, approssimati a pretesto narrativo e stilistico su base d’utilità
e servizio sociale. Craj concerne tutte le imperfezioni
tecniche del caso, proprio perché deve assurgere a scomposta
raffigurazione di esistenze, accomunate da attimi di magia e movimenti
esistenziali. (...)

Teresa De
Sio e Giovanni Lindo Ferretti
sul set di "Craj" ad Ostuni
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di Marco Minniti
(02/10/05) |
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Un
affresco in musica della terra di Puglia
CASTLEROCK. (...) Con
questo grande, volutamente frammentato eppure, nel suo complesso, organico
affresco, il regista riesce così a fondere istanze tipicamente
popolari a una visione del cinema come contaminazione di generi e forme
estetiche (il documentario, la musica, la poesia) per uscirne con un
film che va fruito in modo immediato e istintivo, così come la
musica che ne costituisce l'anima.
Cinema che può coinvolgere anche chi è digiuno di nozioni
(o magari di semplice interesse) sul suo contenuto, proprio per la sua
capacità di far sentire allo spettatore l'immediatezza e la carica
autenticamente popolare di cui è permeato. |
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La
redazione
(09/09/05) |
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In
due per la Puglia
La De Sio e Ferretti insieme in Craj:
road movie documentario, sui luoghi della pizzica e della taranta
CINEMATOGRAFO. Teresa
De Sio e l'ex leader dei C.S.I. Giovanni Lindo Ferretti insieme per salvare le tradizioni musicali pugliesi. (...) Prendendo
spunto dal loro viaggio a cavallo dal Gargano al Salento, Marengo costruisce una vera e propria indagine antropologica sui luoghi della
"pizzica" e della "taranta", alternando spezzoni
di spettacolo a testimonianze raccolte sul campo. Protagonisti diventano
così i volti scavati dei Cantori di Carpino e di tanti altri anziani depositari delle tradizioni musicali pugliesi.
Tra i loro racconti, che consegnano così al video la memoria
di una cultura lontana che rischia di scomparire, spicca la testimonianza
di miseria e nobiltà di Matteo Salvatore. Scoperto
da De Laurentiis nel 1956 per il film Uomini e lupi
di Giuseppe De Santiis, l'uomo racconta l'esistenza
di stenti e di analfabetismo che ha poi condotto, una volta tornato
alla sua terre e alla sua vita di artista. (...) |
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Piervittorio Vitori
(13/09/05) |
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Craj
- Domani (CRITICA:
8)
CINECLICK. (...) Uno
splendido viaggio nel cuore della tradizione musicale pugliese. “Musica
della purezza”, la definisce Teresa De Sio, dal
cui spettacolo teatrale, concepito in collaborazione con Giovanni
Lindo Ferretti, è tratto il documentario.
Davide Marengo, amico della De Sio ed apprezzato regista di cortometraggi e videoclip, traspone l’operazione
sullo schermo, modificandola in senso strutturale senza però
perdere il fascino dell’originale. (...) La dimensione teatrale
è presente nella riproposizione degli spettacoli dal vivo (registrati
in DV e Super 8) tenuti nelle varie piazze ed entusiasmanti per partecipazione
collettiva. Ad essa si sommano poi le interviste realizzate (in DV e
Super 16) con i vari interpreti di queste forme musicali: dai Cantori
di Carpino, alfieri di una tarantella giocata sulla vocalità,
all’innovatore Matteo Salvatore (scomparso il
27 agosto), ad Uccio Aloisi, maestro di stornelli,
pizziche e canti di lavoro. (...) Tutto quindi concorre a dipingere
un ambiente ed una società ancora chiaramente e consapevolmente
legata al proprio passato, un passato destinato però non a morire
ma ad essere portato avanti grazie proprio al lavoro di recupero e diffusione
di queste forme culturali. Una tradizione, quindi, tuttora viva e proiettata,
appunto, verso domani. |
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di Miriam Tola
(09/09/05) |
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"Craj"?
Non chiamatelo Buena Vista
CINECITTA'
NEWS. (...) Craj (domani in dialetto pugliese) è una sorpresa
delle Giornate degli Autori prodotta da Gianluca Arcopinto.
La regia è di Davide Marengo, regista 32enne
con una bella storia da raccontare: "mio padre era produttore della
Nuova Compagnia di Canto Popolare e di Musica Nova. Da piccolo mi addormentavo
sotto i palcoscenici al suono delle tammorre, avevo 3 anni quando ho
conosciuto Teresa De Sio. Ho letto sul giornale della
tourné dello spettacolo Craj e mi è sembrato
naturale farne un film sulla memoria e le radici". Vitale, gioioso,
coloratissimo, Craj è attraversato da una nota
di malinconia: la morte di Matteo Salvatore, cantastorie
di fame e povertà, scomparso a fine agosto. (...) |
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.COM |
di Manuel Massimo
(30/09/05) |
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La
“Musica Popolare” raccontata dai suoi interpreti
.COM Un percorso
musicale attraverso la Puglia di ieri e di sempre, una raccolta di testimonianze
autentiche quanto preziose e un’incondizionata dichiarazione d’amore
al mondo suggestivo e travolgente della “pizzica” e della
“taranta”: tutto questo è “Craj –
Domani” (film che ha vinto il premio “Lino
Micciché” per la migliore opera prima all’ultima
Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia) (…) Ottantotto
minuti densi ed emozionanti, dal primo all’ultimo. Sul grande
schermo s’intrecciano le storie di quattro grandi protagonisti
della musica e della cultura popolare pugliese: tutti abbondantemente
sopra i settanta anni ma con un pubblico vasto ed eterogeneo, tra cui
non mancano i giovani. (...) L’idea alla base di “Craj”,
del film come dello spettacolo, è che la Musica Popolare (sì:
con le maiuscole) rappresenti una vera e propria necessità: non
semplice folclore, dunque, ma chiave culturale per capire l’oggi
ed affrontare il domani. (…) |
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di
Giovanna Menanno
(15/09/05) |
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La
luna gira il mondo e voi dormite!
FRAME
ON LINE. (...)
L’incontro con questi simpatici ottantenni, depositari di una
preziosa tradizione orale, capaci di regalare, in modo del tutto estemporaneo,
arguti stornelli e dolci canzoni d’amore, illumina il tenebroso
cavaliere Floridippo-Ferretti che, incalzato dalla
saggia ironia partenopea di Bimbascione, alla fine ammette: “I
libri servono perché migliorano la vita ma non sono la vita”.
È sicuramente un film da vedere la prima prova di Davide
Marengo, regista di numerosi videoclip di successo (ad esempio
L’ultimo bacio e Fiori d’arancio di Carmen Consoli).
È un film musicale, un film-concerto, che intreccia tre piani
narrativi: il viaggio picaresco alla Don Chisciotte e Sancio Panza,
il concerto che fa parte della tourné Craj (ideata
e scritta dalla De Sio e da Ferretti)
e il documentario con le interviste ai quattro maestri, ripresi nella
loro vita quotidiana nella campagna e negli antichi borghi pugliesi.
Craj, dunque, non è solo un film ma anche uno spettacolo
live travolgente ed emozionante al quale lo spettatore ha l’impressione
di partecipare di persona, è un rito collettivo, una festa popolare
di piazza, una sagra. (...) |
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BINARIO
LOCO. (...) Craj risponde all’esigenza di recuperare valori,
musica, passato, tradizioni e saggezza di una terra intera, il Salento,
attraverso la riscoperta dei suoi suoni più antichi e del famoso
ballo della tarantella.
Vincitore del Premio Lino Miccichè come migliore
opera prima all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, Craj (che in dialetto del sud vuol dire “domani”) è un
originalissimo, singolare e coraggioso esperimento cinematografico.
In parte spettacolo in teatro, in parte documentario, in parte racconto
cinematografico, il film fonde assieme tre linguaggi e tante esperienze,
tutte collegate dal filo comune della musica popolare pugliese.
(...) Girato in diversi formati (Mini DV, 16 mm e Super 8), il film
colpisce per la trascinante vitalità che quei cantanti ultrasettantenni
dimostrano sul palco: una verve capace di trascinare al ballo anche
i moltissimi giovani presenti ai loro spettacoli e pronta a far battere
i piedi in sala anche agli spettatori più distaccati. (...) |
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